/  Genitori   /  Come vivere in famiglia la Pasqua: gesti concreti che aiutano ad entrare nel mistero

Come vivere in famiglia la Pasqua: gesti concreti che aiutano ad entrare nel mistero

Colombe e uova di cioccolato sono la massima aspettativa dei bambini, una sontuosa mangiata, qualche processione e la sopravvivenza alla veglia del Sabato Santo spesso sono gli obiettivi minimi che si pongono gli adulti. Ma in questo nostro mondo frenetico e sempre di corsa, c’è un modo di vivere questa Settimana autentica in modo profondo e non solo ritualistico? C’è una maniera per coinvolgersi come sposi e far partecipare i bambini? Come vivere in famiglia la Pasqua? Lo abbiamo chiesto a Don Luciano Pozzi, sacerdote diocesano che segue il Vispe e la parrocchia di Badile.

UN RITO VICINO ALLA VITA DELL’UOMO DI OGGI. “Il rito è a servizio del significato di ciò che vogliamo celebrare, ma, soprattutto negli ultimi decenni può essere arrivato addirittura a nasconderne il significato. Il rischio che il rito non sia significativo per la vita lo sentiamo molto alto, soprattutto per la vita dell’adulto attivo, nel cuore dei problemi e delle vicende della sua esistenza. Proviamo allora a riguadagnare lo spazio domestico, contesto normale della celebrazione della Pasqua ebraica, come eravamo stati costretti a fare nel tempo del lockdown”.

DIO VUOLE ABITARE IN CASA NOSTRA. VEDIAMO DI ACCOGLIERLO. “Far compiere in casa gesti che avvicinino all’esperienza pasquale avrebbe dovuto essere un compito non solo dei tempi d’eccezione come sono stati quelli della pandemia. Come sappiamo anche dalla storia biblica, certi cambiamenti non avvengono a tavolino. Se abbiamo “perso” il tempio come ai tempi dell’esilio babilonese, auspichiamoci che maturi come allora una fede “senza tempio” o, meglio, nel riconoscimento che il tempio che Dio vuole abitare è la vita dell’uomo, il suo corpo. Dall’esilio nasce la sinagoga, cioè almeno dieci uomini che pregano e studiano la Parola di Dio. Non può essere questa la via anche per la Chiesa di Gesù?”

Ma come provare a celebrare nella vita i segni della Pasqua?

Come vivere la Domenica delle Palme in famiglia

“L’ulivo non è un segno scaramantico, come a volte viene usato. Dice da un lato l’accoglienza a Gesù Messia della mia vita, dall’altro il fatto che, come voglia essere Messia Gesù, non lo capiamo: come la folla che osanna e poi crocifigge quell’uomo che ha deluso le aspettative di molti”.

“Allora entriamo con desiderio nella settimana santa chiedendo a Lui: ACCOMPAGNACI, apri i nostri occhi, fammi comprendere in che modo vuoi essere il vero Messia della mia vita, in che modo puoi e vuoi darmi vita, la Tua Vita”.

Il brano che fa da portale a questa settimana è l’unzione di Betania, brano che si legge domenica delle palme: Maria di Betania si china e spezza il vasetto di un profumo preziosissimo sui piedi di Gesù. Nei piedi è raffigurato non solo il percorso, ma anche la direzione delle nostre scelte. Il profumo della VIA che Gesù ha intrapreso e percorso possa segnare anche la direzione dei nostri passi e delle nostre scelte.

Come vivere il giovedì santo in famiglia

“La chiave della giornata di oggi sta nel lasciarci lavare i piedi e ricordarci che la nostra storia è amata.

Il portale del Triduo nel Giovedì Santo è la vicenda di Giona, i cui piedi “fuggono” fino a trovarsi nell’abisso (il venrtre della balena). Ma è vicenda anche di Ninive, i cui abitanti non distinguono la destra dalla sinistra, smarriti e dispersi nel senso delle loro decisioni.
Dio ha a cuore i passi di Giona, ma anche quelli di Ninive. Anche su questi piedi segnati da scelte sbagliate, dalla perdita di senso (direzione) della vita.. si china Gesù e li lava.

Scriviamo il cammino dei nostri piedi. Guardiamo dunque i nostri piedi, interroghiamo le strade percorse, raccogliamone le stanchezze… proviamo a sostare “nel ventre della balena”, nel silenzio di questi giorni, scrivendo quali smarrimenti ci hanno colto nel cammino di quest’anno, ma anche quali sorprese e quali luci ci hanno stupiti e fatti sentire amati. Lo scritto sia personale, condividiamo con il coniuge quello che vogliamo.

Portiamo il foglio scritto alla veglia e sia materia del fuoco con cui entreremo nel cuore di Dio e diremo il nostro desiderio di “guardare” i suoi piedi, di “seguire” il profumo dei suoi passi

La lavanda dei piedi. Lo “scurolo” (sarà predisposta una stanza) sarà il luogo della nostra storia e del suo prendersene cura da parte di Dio (e del coniuge): lasciamo che il coniuge si prenda cura a immagine di Gesù dei nostri piedi, mostri il Suo amore alla nostra storia…Possiamo anche lavarli ai nostri figli, per sottolineare l’esperienza del servizio”.

Come vivere il venerdì santo in famiglia

“Per il venerdì Santo datevi del tempo per riconoscere il faraone di quest’anno, cioè che cosa o chi la fa da padrone sulla mia vita, quale forma di male mi domina, o interiore o esteriore.

Il faraone ha queste due caratteristiche, di uccidere il futuro (uccide i neonati) e opprime la vita (i lavori forzati). Il venerdì può essere il momento per mettersi davanti alla morte e riconoscere quale oscurità interiore o esteriore la fa da padrone”.

Come vivere il sabato santo in famiglia

Il sabato è di risurrezione, di rinascita battesimale: è l’entrare in quella morte con Gesù: Cristo non ci libera dall’oscurità ma vi entra e la disinnesca dall’interno.

Il Signore mi dona la possibilità di cambiare lo sguardo.

Un tempo, quando suonavano le campane della Pasqua ci si bagnava gli occhi con l’acqua battesimale per simboleggiare che il fatto che la Pasqua di Gesù mi permette di guardare le cose con un occhio diverso e non permettere all’oscurità di farla padre padrone sulla nostra vita.

Quindi il gesto concreto è questo: individuare quali passi di rinascita posso fare e in che modo posso riuscire a non permettere al male di farla da padrone sulla mia vita, con che azioni, chi mi può aiutare, cosa posso fare io

Post a Comment